Oggi vi racconto un caso studio che ha avuto una lunga genesi.






La persona è arrivata da me (inviata da altri clienti) dopo un lungo percorso di cura: ha iniziato con trattamenti di fisioterapia e successivamente di osteopatia, effettuati sempre da un fisioterapista che le ha consigliato anche alcuni esercizi rieducativi. Al termine di questo percorso, il problema iniziale era migliorato ma non risolto.
Il disturbo principale è un dolore infrascapolare che gli impedisce di lavorare. I disturbi secondari riguardano la zona lombo-sacrale, con irradiazioni verso una gamba, e infine una tallonite al piede sinistro. Questi disturbi si alternano: quando uno migliora, l’altro si accentua, risultando sempre dolorante sia nel lavoro che nei momenti di svago. Non riesce a lavorare al computer o a camminare durante i festivi, benché ami viaggiare e vorrebbe utilizzare i weekend per camminate, cosa spesso impedita dal forte dolore al tallone.
Insieme a questi problemi, si associa anche un problema di stomaco, il reflusso gastrico, che gestisce alternando gastroprotettori e dieta.
Abbiamo così iniziato un percorso di trattamenti shiatsu, focalizzandoci sul problema principale, il dolore infrascapolare. Durante il primo trattamento, effettuato su una sedia shiatsu, si è evidenziato anche un portamento scoliotico.
A causa dei continui spostamenti per lavoro, visto che lavora in proprio e deve recarsi presso i clienti, e l’avvicinarsi all’età pensionabile, non ha più tempo né voglia per un’attività fisica regolare, il che influisce sulla quantità di energia giornaliera, soprattutto quando la giornata lavorativa si prolunga a causa di emergenze improvvise.
Al secondo trattamento, è emerso che il dolore infrascapolare era influenzato dallo stato dello stomaco, dato che tutto il meridiano dello stomaco era dolente al contatto. Il trattamento shiatsu si è inizialmente concentrato su un riequilibrio dei due lati del percorso del meridiano della Vescica Urinaria sul dorso, che erano estremamente sbilanciati tra loro: un lato era perennemente Jitsu mentre l’altro era profondamente Kyo.
Al terzo trattamento, abbiamo mantenuto lo stesso approccio, integrando allungamenti dei meridiani delle braccia e del tronco.
Al quarto trattamento, ci siamo spostati sul futon per approcciare il meridiano dello stomaco in posizione supina e laterale, emergendo altri meridiani interessati, in particolare quelli dell’intestino tenue e della Vescica Biliare.
Dopo una pausa estiva, al rientro abbiamo ripreso i trattamenti a cadenza bisettimanale. Al quinto trattamento, ho iniziato ad approcciare l’hara, risultando molto sensibile sul lato destro nella zona di valutazione di Masunaga dell’intestino tenue.
Al sesto trattamento, ho utilizzato nuovamente la sedia shiatsu per valutare lo stato iniziale, notando che lo squilibrio energetico del meridiano della Vescica Urinaria persisteva nella contrapposizione destra/sinistra, ma il dolore non era più invalidante.
Da quel momento, i trattamenti sono diventati intermittenti, variando da una volta al mese a una volta a settimana, a seconda degli impegni di lavoro del cliente.
Nel frattempo, il mio cliente ha adottato la regola del digiuno intermittente, alternando 12 ore di digiuno a 12 ore di dieta senza amidi cotti, e in seguito ha portato il digiuno a 16 ore. Grazie a questa scelta e a una maggiore attenzione alla dieta, l’uso di farmaci antireflusso non è sempre stato necessario.
Al settimo trattamento, il cliente mi ha informato di aver iniziato a utilizzare un plantare che ha ridotto il dolore al tallone. Ho quindi proseguito i trattamenti, rilevando sempre una forte disarmonia nei meridiani dello stomaco e dell’intestino tenue, mentre lo squilibrio a carico del meridiano della vescica urinaria si è ridotto tanto da non richiedere quasi più intervento. Il dolore infrascapolare si è ridotto e si ripresentava solo in occasioni specifiche, come la presenza di vento freddo in montagna.
All’ottavo trattamento, tutte le componenti di squilibrio erano ridotte, compreso il dolore addominale, che emergeva solo in caso di pressione diretta su hara.
Al nono trattamento, la situazione generale era pressoché stabile, e quasi nessuna parte del corpo presentava punti o meridiani in squilibrio rilevabile sia da me che dal cliente a seguito di una pressione sui punti, gli tsubo, precedentemente sensibili.
Al decimo trattamento, il cliente ha raccontato di aver completamente eliminato i farmaci per il reflusso gastrico, grazie al digiuno prolungato e alla dieta, che gli hanno permesso di ridurre il peso di circa 6 kg, rientrando in un peso forma che lo fa sentire meglio. Durante questo trattamento, come nel precedente, non sono stati rilevati punti particolarmente sensibili. La differenza rispetto ai trattamenti precedenti è stata che il cliente ha percepito più chiaramente quali punti necessitavano di essere trattati, mentre io personalmente non ho identificato squilibri specifici. Infatti, al termine del trattamento, il cliente era perfettamente rilassato ma pronto ad alzarsi, dichiarando di sentirsi più leggero. La mia impressione è che siamo arrivati a un equilibrio energetico, confermato dal racconto del cliente su come si sentisse meglio anche dopo essersi svegliato con un dolore intenso, che era quasi scomparso durante la giornata e nel momento del trattamento si ricordava della zona in cui era comparso il dolore solo dopo le mie pressioni.
Da questo percorso di trattamento emerge come il problema fosse correlato a diverse concause: innanzitutto il problema del reflusso gastrico che manteneva uno stato di squilibrio permanente.
A questo era associato un aumento di peso che rappresentava una aggravio al sistema corporeo. Su questa situazione si innestava una postura Inadatta come quella del lavoro alla scrivania per molte ore di fronte a un computer e a frequenti spostamenti in auto con in aggiunta orari di lavoro particolarmente stressanti che hanno portato anche all’assunzione di cibi in orari inadatti per un’adeguata digestione. A ciò si sono aggiunte alcuni vecchi traumi in seguito a cadute e ad una pregressa scoliosi che comportava un disallineamento posturale che era la probabile causa dei dolori dorsali. La mancanza di esercizio fisico adeguato associata ad alimentazione hanno compromesso lo stato energetico complessivo della persona portando all’emergere di vari disturbi. Oltre al trattamento shiatsu quindi l’inserimento di una dieta e di un approccio al cibo più consapevole così come l’utilizzo di un plantare per correggere la postura e la camminata e la ripresa di una attività fisica moderata ma costante hanno riportato in equilibrio il sistema permettendo così all’organismo di ricreare autonomamente quella capacità di recupero che è intrinseca in un organismo sano.
In conclusione, i trattamenti shiatsu, uniti a modifiche nel regime alimentare e nello stile di vita, possono fornire un aiuto significativo nel ristabilire l’equilibrio fisico ed energetico del corpo. È importante sottolineare che la collaborazione della persona, la sua apertura al cambiamento e l’adozione di nuove abitudini sono fondamentali per ottenere risultati duraturi e significativi.
Questo caso studio dimostra che affrontare problemi di salute complessi richiede un approccio olistico che consideri non solo il trattamento sintomatico ma anche le cause sottostanti. Il successo ottenuto riflette l’importanza di un trattamento personalizzato e di una stretta collaborazione tra l’operatore shiatsu e il cliente. Attraverso un percorso attento e personalizzato, è possibile migliorare significativamente la qualità della vita e ridurre la dipendenza da farmaci.
