Lo Shiatsu, con la sua profonda connessione tra corpo, mente e cultura, è molto più di una tecnica: è un’arte che racconta il dialogo tra tradizione e innovazione, Oriente e Occidente. Trent’anni fa, Mario Vatrini intraprendeva un viaggio per costruire un ponte tra questi mondi, dando agli operatori occidentali strumenti preziosi per avvicinarsi alla filosofia giapponese dello Shiatsu pubblicando Strategie di Shiatsu, un’opera che ha lasciato un’impronta nella formazione degli operatori di Shiatsu in Italia.
Il libro rappresentava un tentativo ambizioso di costruire un ponte tra due mondi, quello giapponese e quello occidentale, offrendo agli studenti occidentali uno sguardo approfondito sulla pratica, la filosofia e le tecniche dello Shiatsu. Tuttavia, il modo in cui questo “ponte” è stato concepito rifletteva il contesto culturale dell’epoca, caratterizzato da una tendenza a enfatizzare le differenze più che a integrarle.

Oggi, però, il contesto culturale è profondamente cambiato. La globalizzazione e l’interconnessione hanno ridotto le distanze tra culture, portandoci a ripensare il modo in cui affrontiamo la relazione tra Oriente e Occidente. Non si tratta più di costruire un ponte che separi e unisca al tempo stesso, ma di creare un dialogo autentico in cui le differenze si trasformino in risorse e possibilità.
Un’eredità da ripensare
Il contributo di Vatrini è innegabile. Strategie di Shiatsu ha introdotto un concetto fondamentale come l’importanza della comprensione della cultura giapponese per praticare lo Shiatsu in modo autentico. Tuttavia, rileggendo il testo oggi, emergono alcune criticità che meritano una riflessione.
Ad esempio, il libro evidenzia una tensione tra il ragionamento e l’istinto. Da un lato, si sottolinea che la pressione nello Shiatsu non deve essere “ragionata” per risultare efficace; dall’altro, si riconosce l’importanza della pianificazione e della strategia nel trattamento. Questa apparente contraddizione confonde gli studenti, lasciando un vuoto su come integrare mente razionale e risposta intuitiva.
Ripensare il rapporto con la tradizione
Un altro tema centrale è il valore attribuito ai testi tradizionali giapponesi, considerati da Vatrini come i riferimenti più autentici rispetto alle interpretazioni moderne. Sebbene sia fondamentale rispettare e studiare le fonti originarie, bisogna riconoscere che anche i testi antichi sono influenzati dai loro contesti storici e culturali. L’applicazione moderna dello Shiatsu richiede un processo di reinterpretazione che tenga conto delle esigenze e delle prospettive contemporanee, senza tradire i principi fondamentali della disciplina.
Il dialogo tra intuizione e metodo
Uno degli aspetti più interessanti del testo è la sua enfasi sull’approccio sistemico, in particolare attraverso il concetto di “sintomo riflesso”. Vatrini invita gli operatori a non farsi fuorviare dai sintomi locali, ma a considerare il corpo come un sistema integrato. Tuttavia, la distinzione tra strategie locali e sistemiche potrebbe essere ulteriormente approfondita. Non sempre è sufficiente basarsi sulla cronologia dei sintomi, come suggerisce il libro; in alcune situazioni, soprattutto in presenza di dolori acuti, è necessario adottare un approccio più dinamico e flessibile.
La relazione Tori-Uke: equilibrio tra fusione e confini
Il testo descrive la relazione tra l’operatore (Tori) e la persona trattata (Uke) come una sorta di fusione, dove il corpo di Uke diventa un’estensione delle tecniche di Tori. Sebbene questa visione sia affascinante, rischia di idealizzare la relazione, ignorando l’importanza di mantenere confini chiari e una consapevolezza professionale. La connessione empatica non deve mai compromettere il discernimento dell’operatore, che deve rimanere ancorato al proprio ruolo e alle proprie responsabilità.
Tattica e strategia: complementi, non opposti
Un punto centrale del testo è la distinzione tra tattica e strategia, con la strategia che viene presentata come un livello superiore rispetto alla tattica. Questa gerarchia, però, potrebbe essere rivista. Tattica e strategia non sono in conflitto, ma piuttosto complementari: una strategia efficace nasce spesso dalla combinazione di tattiche ben eseguite. Inoltre, è importante che l’operatore sviluppi la capacità di passare dall’una all’altra in base alle necessità del trattamento.
Oltre le complessità: rendere lo Shiatsu accessibile
Infine, uno degli aspetti che va migliorato è la presentazione di concetti complessi. L’enfasi su strategie, variabili e approcci olistici rischia di sovraccaricare gli studenti, rendendo lo Shiatsu una pratica che appare accessibile solo a pochi eletti. È fondamentale semplificare i concetti principali senza perdere profondità, offrendo agli studenti strumenti pratici che possano essere applicati sin da subito.
Verso una nuova visione dello Shiatsu
Oggi, il ruolo dell’operatore di Shiatsu è quello di mediatore tra due culture, ma anche tra tradizione e innovazione, tra intuizione e metodo. La sfida è andare oltre la separazione tra Oriente e Occidente, creando un terreno comune in cui i principi universali dello Shiatsu possano essere applicati e compresi indipendentemente dal contesto culturale.
Rileggere Strategie di Shiatsu con occhi nuovi significa accettare la sfida di integrare tradizione e modernità, intuizione e metodo. Ogni operatore di Shiatsu ha il potere di contribuire a questo dialogo, non solo come praticante, ma come ponte vivente tra due mondi, trasformando ogni trattamento in un atto di connessione e armonia.
Strategie Shiatsu: Dalla Teoria alla Pratica del Trattamento Consapevole
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