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Trascendere il pensiero non significa escluderlo, ma sospenderlo nel momento dell’ascolto per ampliare la percezione.

Nel lavoro Shiatsu, l’esperienza non nasce dal ragionamento ma dall’attenzione corporea: è il corpo che sente, e la mente che, in un secondo tempo, comprende.

Quando il pensiero precede la percezione, filtra e riduce. Quando la segue, illumina e ordina.

Il percorso naturale dell’esperienza può essere rappresentato così:

corpo (istinto) → emozione → sentimento → pensiero (mente) → consapevolezza.

1. Corpo – Istinto.

Il corpo è la radice dell’esperienza, la sede dell’istinto, inteso non come impulso cieco, ma come intelligenza biologica e immediata che precede la parola.

L’istinto orienta l’ascolto corporeo, guida la postura dell’operatore e lo aiuta a muoversi nel campo energetico senza calcolo. È la prima forma di conoscenza, quella che coglie prima di capire.

2. Emozione.

È la risposta corporea che traduce l’istinto in vibrazione vitale. Si manifesta come tono, respiro, variazione di temperatura o contrazione muscolare.

Nel contatto Shiatsu, le emozioni emergono spesso in modo silenzioso: il corpo parla prima che la persona se ne accorga.

3. Sentimento.

È l’emozione che ha attraversato la coscienza. Quando l’emozione viene riconosciuta e integrata, diventa sentimento: un moto interiore stabile, dotato di significato.

Il sentimento introduce la dimensione della memoria e dell’identità, ponendo un ponte tra l’esperienza vissuta e la consapevolezza riflessiva.

4. Mente – Pensiero.

La mente, intesa come pensiero, è lo strumento che interpreta e collega. È la funzione che trasforma il vissuto in linguaggio, che ordina, analizza e restituisce senso.

Nel processo Shiatsu, il pensiero deve intervenire dopo la percezione: non per giudicare, ma per comprendere.

Solo quando la mente si mette al servizio dell’esperienza — e non al suo comando — il pensiero diventa strumento di conoscenza evolutiva.

5. Consapevolezza.

È il punto di integrazione tra corpo e mente, istinto e pensiero, emozione e sentimento.

La consapevolezza emotiva nasce quando il pensiero riflette sull’emozione senza ridurla, e quando l’emozione illumina il pensiero senza travolgerlo.

È un movimento circolare: l’energia sale dal corpo alla mente e ritorna alla percezione come comprensione incarnata.

Oriente e Occidente: due vie, una sintesi possibile

Il pensiero orientale classico ha collocato l’emozione nel corpo energetico, legandola agli organi e ai movimenti del Qi. In questa visione, l’emozione è fisiologia e spirito insieme.

Il pensiero occidentale moderno, invece, ha isolato l’emozione come fenomeno psichico, separandola dal corpo e analizzandola con la mente razionale.

Entrambi gli approcci, presi da soli, restano parziali: l’Oriente rischia di ridurre l’affettività a funzione organica, l’Occidente di smaterializzarla in un concetto.

Lo Shiatsu può essere la sintesi tra queste due prospettive.

Nel trattamento, l’istinto corporeo incontra la mente riflessiva attraverso la mediazione dell’emozione e del sentimento.

L’operatore, se sa restare nel silenzio percettivo, lascia che il corpo parli e che la mente comprenda dopo.

Quando, infine, il pensiero rielabora ciò che il corpo ha sentito, la consapevolezza nasce come un atto di unità: l’essere che pensa e l’essere che sente coincidono.

In sintesi

Trascendere il pensiero non è abbandonarlo, ma metterlo al posto giusto nel ciclo dell’esperienza.

Il corpo, con la sua intelligenza istintiva, apre la porta alla percezione.

L’emozione la muove, il sentimento la fissa nel cuore, il pensiero la chiarisce, e la consapevolezza la compie.

È in questo equilibrio tra istinto e mente che lo Shiatsu rivela la sua vera natura: un atto di conoscenza incarnata, dove toccare significa comprendere.

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